Zero Motorcycles offre oggi la gamma di moto più ampia, tecnologica e variegata: si va dalle leggerissime enduro e motard alle due ruote di grossa “cilindrata”. In Italia il mercato è ancora acerbo, ma si guarda la futuro con grande interesse e grandi prospettive
In Italia il mercato della moto elettrica stenta a decollare. I buoni numeri sono dovuti in gran parte agli scooter, mezzi da città leggeri, L1e e L3e, in servizio per le flotte. La diffusione è ancora limitata ma si vede che le percentuali di crescita sono molto alte.
Se pensiamo a una proiezione nei prossimi 5-10 anni possiamo immaginare uno scenario molto diverso, anche per le moto. Ne parliamo con Umberto Uccelli, vicepresidente, direttore generale Emea di Zero Motorcycles.
Il mercato italiano, almeno per il momento, non è aperto alle moto elettriche. È comunque importante per Zero Motorcycles?
“Come abbiamo ribadito più volte per noi il mercato italiano è un mercato centrale. Perché se non hai successo in Italia difficilmente hai successo negli altri paesi. È un mercato molto grosso, esigente, con motociclisti legati alla tradizione, che ha le due ruote nel sangue. Per questo è un mercato difficile, in particolare per noi, perché molto legato alla moto classica, alla produzione interna, nel territorio ci sono infatti marchi storici e importanti”.
Rispetto ad altri paesi come siamo posizionati nei riguardi dell’elettrico?
“Per quanto riguarda le moto al momento c’è un ritardo nello sviluppo della mentalità elettrica. Per le auto è diverso, come in molte parti del mondo è il settore trainante, perché le case automobilistiche stanno bombardando con i nuovi modelli elettrici, se vedi le pubblicità oggi si parla quasi solo di auto elettriche”.
Gli scooter però stanno iniziando a fare bene.
“Sì, vedo che oggi sta entrando Piaggio, poi c’è Askoll, altro marchio italiano, che sta facendo bene. Ma sono mezzi diversi dai nostri, richiedono un investimento più modesto. Noi abbiamo un prodotto di alta gamma, con prestazioni elevate, con il pacco batterie, il powertrain e l’elettronica di controllo più evoluti. Oggi i numeri sono ancora piccoli, ma il trend di crescita del settore moto è molto elevato, e questo è importante”.
È anche un problema di infrastrutture, sebbene proprio grazie alle auto i punti di ricarica si stanno moltiplicando rapidamente.
“Questo è positivo: vedo che Enel sta investendo molto e si iniziano a vedere molte colonnine di ricarica. Si sta lavorando velocemente, e sono convinto che si farà bene e che questa diffusione darà un impulso importante al settore delle due ruote a trazione elettrica”.
Com’è la presenza commerciale di Zero Motorcycles in Italia?
“Al momento siamo un po’ in ritardo. Ci sono realtà che hanno iniziato a investire molto presto, non solo dei concessionari del settore moto, che ha puntato su questo nuovo tipo di mobilità. Nuova intendo per le due ruote. Ma oggi a queste si stanno aggiungendo anche concessionari classici, per esempio abbiamo recentemente stretto un accordo con Pogliani, a Milano. Ha visto che il mondo si sta muovendo, ed è quindi partito in anticipo”.
Un passo importante, un esempio per altri concessionari, che può essere di traino per la rete.
“Dobbiamo capire come si svilupperà la rete, l’importante è che ci sia passione per il prodotto. Oggi quando un cliente entra in un concessionario è in genere ben informato, conosce le moto, sa quale vuole, ovviamente va seguito ma la strada è già tracciata. Su una moto elettrica ci sono tante domande in più, quanto costa, quanto risparmio, come funzionano l’incentivo e il bollo, e poi com’è l’autonomia, come faccio a ricaricare… Per seguire questo cliente oggi il concessionario si deve impegnare di più, e se non ha passione per l’elettrico, o non ha voglia di perdere tempo perché fa prima a vendere una moto endotermica o uno scooter, non si va da nessuna parte”.
Tante attività e uno sguardo ottimista al futuro dell’elettrico, anche per le moto.
“Sì, ci aspettiamo una grande partenza, che ancora non è vicinissima ma poi l’evoluzione sarà molto rapida. Lo abbiamo visto in altri mercati, che prima si sono mostrati cauti, poi sono partiti in modo esponenziale. Noi siamo pronti, ora spetta alla rete”.
Perché scegliere Zero Motorcycles?
“Perché stiamo lavorando sul prodotto da 16 anni, abbiamo la gamma più completa, ed è importante presentarsi con un’offerta di alto livello, anche come servizi e accessori. A EICMA presenteremo altre novità e abbiamo un piano di ampliamento della gamma molto importante proiettato nei prossimi dieci anni”.
Una moto elettrica ha manutenzione pressoché nulla, a parte i materiali di consumo, quindi ai concessionari mancherà gran parte del lavoro di officina. Cosa proponete in cambio?
“Ho parlato di accessori, che per l’elettrico sono di due tipi: fisici, che sono quelli classici per le moto, il cupolino, le borse, il bauletto, ma anche la batteria aggiuntiva, se ti interessa l’autonomia. E poi ci sono quelli software, come vari servizi GPS, e anche le modifiche alle prestazioni, che possono essere regolate via software. È un servizio di personalizzazione che ci stanno chiedendo i clienti, in particolare quelli italiani. Per noi è fondamentale offrire un mondo dietro a Zero Motorcycles, che non si limita a un mezzo per muoversi”.
Che piani di finanziamento ci sono per le vostre moto? E poi, visto che in questa fase si deve far conoscere il prodotto, offrite la possibilità dei demo ride e anche di noleggio, a breve e medio termine?
“Per quanto riguarda le flotte abbiamo da tempo iniziato a lavorare in Spagna, molte moto le abbiamo date alla Polizia. Poi c’è il discorso del prezzo, argomento di discussione, perché è vero che è più alto rispetto ad altre moto ma se inizi a usarla ti accorgi che c’è un risparmio notevole, sia per i costi della ricarica, del bollo, dell’assicurazione, sia per la mancanza della manutenzione. Per eliminare l’impatto del prezzo alto all’acquisto lavoriamo con Agos, offrendo il tasso zero, e così, pagando una cifra al mese la situazione cambia perché la cifra è spalmata su un periodo più lungo. Infine sono convinto che anche il noleggio a lungo termine sia un canale importante”.
Oggi la gamma è molto ampia, ci sono anche moto leggere, che sono divertentissime, e c’è anche una notevole ricerca estetica.
“Zero Motorcycle ha il pregio di ascoltare i clienti, e ascolta anche noi, che rappresentiamo il mercato europeo. Quando abbiamo chiesto una moto da 11 kW per la patente A1, l’hanno subito realizzata; lo stesso per la supermotard. La Black Forest, la nostra adventure, l’abbiamo fatta noi e poi Zero l’ha messa in gamma, e ci sono moto dallo stile europeo, lo vedi dalle forme della SRF. E c’è anche la ricerca, la FXE, dalla linea innovativa, disegnata da Bill Webb dello studio progettazione di San Francisco Huge Design. Da questo punto di vista la società è molto reattiva. Per quanto riguarda le moto leggere, è vero che la SRF e la SRS nascono su una piattaforma importante, sono moto grosse, ma stiamo lavorando anche su modelli entry level. Prima dell’EICMA ci sarà la presentazione di una grande novità”.
Zero Motorcycle è quindi una grande società di ingegneria, si evince dai mezzi, dalla gamma, dalle novità che arrivano così rapidamente. E poi c’è anche una prova importante, l’accordo con Polaris, che si poteva pensare avrebbe fatto la propria sezione di tecnologia elettrica, invece si è rivolta a un’azienda che ha ritenuto all’avanguardia in questo settore.
“L’accordo con Polaris dura 10 anni, e prevede la realizzazione di una serie di mezzi off-road e motoslitte. È un accordo che ci è servito molto dal punto di vista della comunicazione più che aziendale, perché Polaris è un colosso, quotato in borsa; e il fatto che abbia scelto la tecnologia di Zero Motorcycle è un grande riconoscimento. Ma i mezzi che produce sono molto diversi dalle moto. Per questo, pur avendo utilizzato i motori, le centraline e le batterie già esistenti, abbiamo dovuto svolgere un significativo sforzo ingegneristico sul software. Questo per adattare la risposta dei motori alle esigenze dei nuovi veicoli”.
Domanda finale, come di regola: cercate dei concessionari? E cosa chiedete?
“In Italia abbiamo tante zone scoperte, ma prima cosa chiediamo la passione per l’elettrico, credere in questo passaggio. Se un concessionario deve prendere due moto e metterle in un angolo, allora non ci interessa. Poi chiediamo l’impegno per i demo ride, ogni concessionario deve avere a disposizione due moto da far provare ai clienti e così creare più contatti possibile. È vero, oggi è uno sforzo importante, l’inizio non è facile ma stiamo andando in quella direzione, e ci saranno delle grandi soddisfazioni. Meglio quindi farsi trovare pronti”.