Continua l’attività di Vmoto Soco International, tra accordi (uno recentissimo) con imprenditori, società di servizi, flotte sharing e consegne. In primo piano la passione per il green
Prima di parlare del commercio dei mezzi elettrici Super Soco con Graziano Milone, CMO, President Strategy and Business Development di Vmoto Soco International, ricordiamo l’importanza dell’Azienda di Nanjing, Cina. Specializzata nella produzione e nella distribuzione di veicoli elettrici è oggi in forte crescita nel mondo. Nel 2021 è previsto un utile netto che si aggira tra i 7,5 e i 7,8 milioni di dollari, con un aumento sul 2020 pari a 3,7 milioni di dollari. In Europa ha venduto oltre 30.000 unità, con una percentuale che sfiora il +24,5% sul 2020, a questo si affianca un forte incremento dei distributori internazionali B2C, con un totale di 58 punti in 62 paesi. Si registra inoltre un forte incremento anche nelle operazioni B2B, dove fornisce flotte per i servizi di consegna “ultimo chilometro” e per lo sharing.
Nel 2021 in Italia la Super Soco sfiora il 7% del mercato dell’elettrico, ma per il 2022 si prevede un balzo in avanti, in particolare grazie a un recente accordo con Helbiz, azienda leader nei servizi di micromobilità. Lanciata nel 2015, la Helbiz ha sede a New York, gestisce monopattini, biciclette e motorini elettrici su una piattaforma proprietaria con oltre 40 licenze nelle città in tutto il mondo. Ha 2,7 milioni di utenti e sta espandendo la propria offerta di mobilità urbana includendo servizi di consegna di cibo, finanziari e altro. Tutti accessibili dalla sua app mobile.
Com’è la situazione attuale dello sharing Super Soco e come cambierà grazie all’accordo con Helbiz?
“L’anno scorso abbiamo messo in sharing circa 300 mezzi, ma quest’anno siamo già partiti molto forte [nel primo trimestre 2022 Super Soco è la prima del mercato degli elettrici – N.d.R. ]. Da aprile e prima dell’estate la collaborazione con Helbiz prevede la fornitura, da parte della divisione Fleet di Vmoto, di 2.000 Super Soco CUX, i nostri scooter L1e. Helbiz li distribuirà in Italia in tutte le città in cui è presente il proprio servizio. Abbiamo ampliato la partnership con Helbiz Kitchen su Milano e altri 500 andranno a Go Sharing. In totale nel 2022 ci saranno circa 3.500 nostri mezzi in sharing, tutti L1e”.
E per i servizi di consegna?
“Nelle consegne stiamo crescendo con il VS1, il fratello cargo del CPX, un L3e, specializzato per le consegne. Stiamo lavorando molto bene anche con Cooltra e abbiamo altri contratti in vista. Sono tutti passi importanti per noi, non solo perché abbiamo a cuore il processo di transizione ecologica ma anche perché sono sicuro che i nostri prodotti conquisteranno il favore dei nostri partner e anche degli utilizzatori finali”.
Quali sono i mezzi più richiesti del B2C?
“Il B2C sta correndo, anche grazie all’ecobonus. I più richiesti sono, nell’ordine, il CPX, CUX e il TC Max. Il CPX piace perché ribalta il concetto di scooter elettrico: mentre la maggior parte degli elettrici L3e è costituita da mezzi piccoli, oppure ‘plasticosi’, il CPX è come un 125 e quindi chi è abituato a viaggiare endotermico trova le stesse caratteristiche di importanza, dimensioni e comfort. Poi con due batterie arrivi a 120-140 km di autonomia, anche se guidi senza fare attenzione al consumo e non arrivi ai 120 km va più che bene per la città, lo ricarichi solo due volte alla settimana”.
E le moto?
“Premetto che sono un motociclista, mi piacciono le moto grosse, veloci. Per me la moto va bene nel weekend, in viaggio, per andare in pista, ma l’elettrico di oggi non è ancora pronto per sostituirla in questi ruoli. Viceversa trovo che in città sia invece l’endotermico a non avere più senso”.
Ancora l’elettrico non prende piede perché ci sono dubbi sulla autonomia e ricarica?
“Nell’uso in città il problema della ricarica per me non c’è. Oltre al CPX di cui ho detto prima trovo che vada bene anche il nostro CUX, il ‘cinquantino’, con 50-70 km di autonomia. C’è anche la batteria maggiorata ma non serve. La media nazionale è di 13 km al giorno per i mezzi da città, quindi lo caricheresti una volta ogni 2-3 giorni. Il telefonino quando lo carichi?”.
Ci sono ancora dubbi sulla durata del mezzo, in particolare delle batterie.
“Anche per la durata non ci sono problemi. Da anni le aziende di sharing hanno raccolto i dati dei loro mezzi, che sono usati nelle condizioni estreme, presi, abbandonati, ripresi, nessuno cura il motorino sharing come curerebbe il proprio. Con questo utilizzo hanno stimato la durata di uno scooter elettrico 5 anni, e già con mezzi che non sono evoluti come quelli nuovi. La qualità è ormai alta, devi comprare elettrico. Poi ci sono gli incentivi: costa 5.000 euro e lo paghi 3.000 con la rottamazione, non c’è la manutenzione della meccanica, solo i materiali di consumo, e i costi di esercizio sono molto bassi”.
A proposito della durata e manutenzione delle batterie, in questo caso avete fatto un accordo con GIDD. In cosa consiste?
“Vmoto Soco Europe ha siglato un importante accordo strategico e commerciale con GIDD, Gruppo Italia Distribuzione Depositi, da oltre 40 anni azienda leader nella distribuzione logistica. È la prima in Europa a fornire il servizio di precarica delle batterie, che consente di consegnare i mezzi al cliente finale pronti all’uso e con la batteria in ottimo stato”.
Perché c’è bisogno di questo sistema?
“Uno dei limiti delle batterie al litio è che vanno caricate periodicamente, per esempio ogni due mesi. Si deve considerare che le moto arrivano dopo un lungo viaggio in container e poi rimangono nei magazzini, a volte anche alcuni mesi in attesa dell’inizio stagione. Sono protette da un circuito che le scollega se la tensione scende sotto una determinata soglia, ma poi se si lasciano scariche si deve fare una procedura particolare per farle ripartire e possono perdere efficienza. Con GIDD abbiamo messo a punto un sistema che permette di mantenere in carica i mezzi stoccati sugli scaffali eseguendo in automatico dei cicli programmati. È un un ambiente di 70.000 metri quadri con sistema di ricarica direttamente nella postazione del mezzo. Questo ci permette di offrire un servizio importante, che migliora il servizio che offriamo ai nostri clienti”.
L’elettrico sarà la soluzione finale?
“Me lo chiedono in molti. Io dico che non ho la sfera di cristallo, quindi vedremo: stanno sviluppando tante altre tecnologie alternative ma ancora non sono pronte. L’elettrico invece lo possiamo applicare oggi, dobbiamo applicarlo oggi, dobbiamo agire subito perché il cambiamento climatico è già troppo elevato e se continuiamo così non avremo il tempo per reagire. L’elettrico ci permette di rallentare e avere più tempo per ragionare. Oggi abbiamo la necessità di fare qualcosa per l’ambiente”.
Le auto e le moto sono solo una piccola parte del problema, ci sono il riscaldamento, gli aerei, le navi, le aziende…
“È vero, ma intanto io mi muovo. È lo stesso ragionamento del riciclo dei rifiuti, pensa alla plastica. Mi dici ‘cosa sarà mai una bottiglia buttata insieme ai rifiuti?’ Poi abbiamo iniziato a riciclare e vedi che oggi il giro della plastica è enorme, utile, e vedi anche che la plastica non riciclata genera gravi problemi all’ambiente. Quindi: elettrico, efficienza energetica, eliminazione della plastica, le prime cose che mi vengono in mente. Personalmente, farà anche ridere, ma prendo lo yogurt solo nei vasetti di carta o di vetro. È un piccolo passo, ma tanti piccoli passi danno un grande risultato. Certo, non è facile seguire sempre la strada ecologica, per esempio l’acqua dove la prendi? Ma dobbiamo farlo, è importante”.
Oggi l’ecologia è diventato un business e spesso le aziende se ne approfittano.
“È vero ma c’è un risvolto importante. Nella storia del consumismo moderno c’è sempre stato un divario tra ciò che fa bene e business: tutto ciò che faceva business faceva male, all’uomo e all’ambiente: il cibo con gli additivi, i coloranti, poi gli sprechi energetici, le fonti non rinnovabili, l’inquinamento… Oggi invece è la prima volta che nella storia moderna un prodotto che fa bene fa anche business. Elettrico, controllo dell’inquinamento, efficienza energetica: oggi fai business con questi temi ed è un bene. Ed è anche alla moda”.
Inoltre, anche se non sei appassionato ai temi dell’ambiente, quando giri in città con il tuo motorino elettrico ti senti meglio, non fai rumore, non emetti i gas di scarico…
“C’è un libro interessantissimo, che si chiama ‘La storia del clima’. È fantastico, racconta che il clima ha avuto una parte predominante in tantissimi eventi storici, guerre, carestie. A mio parere anche il Covid è stato influenzato dal cambiamento climatico, si stanno alterando gli equilibri. E se io compro lo yogurt nel vasetto di vetro e vado in centro col mio motorino elettrico, mi sento meglio”.