La storica azienda bolognese continua ad ampliare la sua gamma di prodotti, tenendo sempre in primo piano la filosofia che l’ha sempre distinta: la qualità e il servizio, dal distributore al cliente finale
La Ognibene, oggi Spa, è stata fondata da Dante Ognibene nel 1948 per la produzione e la commercializzazione di ingranaggi e componenti sia per le moto sia per l’industria; in seguito si è specializzata nella trasmissione a catena. A partire dagli anni ’60 ha avuto un ruolo primario di mercato nella distribuzione e nell’assemblaggio di catene (moto e industria). Oggi si è arrivati alla terza generazione, a conduzione familiare tutta al femminile, con una struttura di oltre 10.000 mq divisa su due capannoni con magazzini, produzione, sala prove e prototipi, uffici e area spedizioni.
Oggi Ognibene ha sempre due divisioni: moto e industria. Per quanto riguarda le moto si occupa della progettazione e rivendita di ricambi, che vengono distribuiti ai negozi di ricambi moto e ai meccanici. È anche fornitore di importanti aziende motociclistiche.
Oltre a distribuire prodotti di qualità, come le catene DID, le batterie Fulbat, offre prodotti con marchi propri, come Trofeo e Sense Advance (per l’industria). Attualmente si sta espandendo nel settore bici fornendo catene, ingranaggi e dischi freno. Per fare il punto della situazione e sul futuro dell’Azienda abbiamo intervistato Manuela Ognibene, AD di Ognibene Spa.
Come sono andati questi due anni travagliati? Prima dal Covid, e poi dalle difficoltà di approvvigionamento – sia dei prodotti finiti, sia dei semilavorati – e dei trasporti.
“Per fortuna il settore motociclistico ha continuato ad andare avanti, per vari motivi, finito il lockdown la gente voleva andare in moto, e poi sono arrivati molti nuovi motociclisti, che hanno optato per i mezzi di trasporto individuali. Le richieste c’erano. Per quanto riguarda i nostri prodotti abbiamo avuto solo qualche piccolo disagio. I nostri fornitori non hanno smesso di lavorare, noi abbiamo fatto una buona scorta e quindi non ci sono stati ritardi. Tutto sommato è stato anche un evento positivo perché si è creata l’occasione per far conoscere i nostri prodotti, visto che il mercato è sempre abbastanza consolidato sui marchi che già conosce. Qualche rallentamento nell’alta stagione dell’anno scorso, l’abbiamo avuto di più da altri marchi, quelli che distribuiamo. Le aziende non riuscivano a soddisfare le richieste per mancanza delle materie prime”.
Fornite anche case motociclistiche?
“Sì, alcune. Posso citare Ducati, come primo equipaggiamento di quasi tutti i modelli, a cui forniamo il nostro pignone silenziato grazie a una parte di gomma. È un nostro brevetto, registrato da Franco Ognibene anni fa. Poi abbiamo la Fantic Motor, con due o tre tipologie di pignoni. Stiamo crescendo”.
E le catene?
“Abbiamo il nostro brand che si chiama Trofeo, con il quale siamo cresciuti parecchio. Non è un marchio blasonato come DID, che distribuiamo, ma posso dire con assoluta sincerità che è un ottimo prodotto. La produzione è asiatica, abbiamo un accordo con una famosa azienda specializzata. È una catena di qualità, non abbiamo mai avuto alcun problema né su strada né fuoristrada e garantisce un ottimo chilometraggio”.
Nel 2022 quali prodotti ritiene strategici?
“Da un anno a questa parte abbiamo lanciato una nuova linea di batterie, le Fulbat e siamo i distributori ufficiali in Italia. È un ottimo prodotto e sono sicura che ci darà grandi soddisfazioni. È una linea composta da 4 tipologie. Le MF, senza manutenzione, le Dry, a secco, e le Gel, che stanno andando molto bene, con uno spunto molto forte in avviamento e lunga durata, e le Litio, ad alte prestazioni, più piccole e leggere”.
Parlando della filosofia aziendale, cos’è importante per Ognibene?
“La prima cosa è la qualità. Conta molto per noi perché è alla base del nostro marchio. Prima di offrire un prodotto e distribuirlo, vogliamo essere sicuri che sia di alta qualità. Siamo sempre stati riconosciuti per questo e continuiamo su questa strada, che riteniamo che sia quella giusta per la continuità e fama aziendale. Poi c’è il servizio postvendita, che va dal distributore fino al cliente finale. Se c’è qualche problema noi siamo sempre pronti a rispondere, sia che venga sollevato dal distributore, sia dal cliente finale che, per esempio, ci chiama in azienda. Anche se, ovviamente il suo primo riferimento deve essere il distributore”.
Com’è organizzata la rete di vendita?
“Abbiamo un rapporto storico con i più grandi distributori del settore, ai quali siamo affezionati e lo stesso vale per loro. È storico perché tutto è iniziato nel ’78, quando mio papà distribuì e fece conoscere in Italia le catene DID offrendo il kit completo, con pignone, corona, lubrificante. Poi ci sono rappresentanti per ogni regione che curano i distributori. Considero che anche il servizio postvendita, di cui ho parlato, faccia parte della distribuzione, è un tassello importante”.
La rete di distribuzione è quindi ben estesa e consolidata, cercate ugualmente qualche
nuovo distributore?
“Il territorio italiano è ben coperto, ma la ricerca dei distributori comunque non si ferma. Puntiamo non tanto a trovare nuovi clienti, poiché oggi nel nostro mondo siamo ormai ben conosciuti da tutti quelli importanti, ma ci piacerebbe che i nostri distributori comprassero da noi tutta la gamma di prodotti. Il mercato di questo settore è legato a brand famosi, ed è difficile entrare con un marchio nuovo, anche se si offre un prodotto di pari o addirittura più alta qualità”.
Il mercato moto è abbastanza statico, ma con i nuovi mezzi di comunicazione le cose si possono cambiare.
“Negli anni passati non eravamo forti nel marketing, perché Ognibene è sempre stata un’azienda tradizionale, ma oggi seguo la comunicazione e da tempo ho iniziato a lavorare con i social. Il processo non è velocissimo ma ci stiamo muovendo utilizzando tutti i mezzi, anche video. Per esempio abbiamo fatto un tutorial che spiega come cambiare la catena a una moto, e ha avuto successo, perché spesso si va in rete, per esempio su youtube, per trovare la soluzione a un problema, un aiuto. Così, con questi mezzi, è possibile arrivare al cliente finale, che vede il prodotto e poi lo chiede in officina, l’officina lo chiede al distributore e così via. Questo ci serve per smuovere i distributori, che in genere, spesso per consuetudine, o perché non vogliono rischiare, propongono il prodotto che hanno da tempo, mentre così, se la richiesta arriva dal cliente finale, le cose possono cambiare.