Mauro Martesani

Case History – Fratelli Artesiani: dal 1949 un simbolo del motociclismo a Bologna

Nel 1949 nasce la Fratelli Artesiani, simbolo del motociclismo a Bologna grazie ai successi sportivi di Arciso. Oggi è una concessionaria di successo, in grado di offrire vari brand come Kymco, Voge e Lifan.

La ditta Fratelli Artesiani nasce nel 1949, fondata a Bologna dai fratelli Arciso e Medardo Artesiani; la sede è a Porta Saragozza. All’epoca è molto conosciuta a Bologna perché grazie ai successi sportivi di Arciso rappresenta la tradizione delle moto in città. Correva nella classe 500 cc, prima con la Gilera 500 Saturno, poi con la Gilera 500 4 cilindri e infine con la MV 500 4 cilindri. L’azienda trasloca poi in Via Marconi, e nel 1987 si trasferisce nella sede attuale di Viale Ercolani 10, mentre l’officina è in Piazza di Porta Maggiore. Nel corso degli anni la Fratelli Artesiani ha venduto importanti marchi delle due ruote: MV Agusta, Parilla, Aermacchi, Norton, Cimatti, Ducati, Moto Morini, Gilera, Benelli, Piaggio, Suzuki… Un palmares invidiabile. Anni fa ha lasciato tutto per dedicarsi esclusivamente agli scooter – in particolare tratta solo Kymco – ne parliamo con Mauro Artesiani, figlio di Arcisio.

Da tempo dedichiamo la nostra concessionaria solo agli scooter, le ultime moto le abbiamo vendute quando ha chiuso la vecchia Morini, abbiamo fatto qualche stagione quando era stata acquisita da Castiglioni, poi abbiamo abbandonato. Siamo partiti con Piaggio, Malaguti e Kymco; poi abbiamo lasciato Piaggio, Malaguti ha smesso di produrre e così siamo rimasti solo con Kymco. Può essere rischioso lavorare con un solo marchio, ma anche se ho avuto offerte da case importanti sono andato avanti così, perché vedevo un buon futuro, c’era una buona gamma, la qualità era ottima e i prezzi erano inferiori a quelli della concorrenza; per di più avevo anche un ottimo rapporto con l’importatore. Tutte cose che sono state mantenute anche oggi, e stiamo andando benissimo; poi da quest’anno abbiamo anche la Voge con le moto e la Lifan con gli scooter elettrici”.

Com’è il rapporto con l’azienda?

Sono molto soddisfatto perché posso telefonare e parlare direttamente con la direzione, i contatti sono semplici e diretti. Poi è un’azienda molto seria, se dice una cosa è quella, i prezzi sono stabiliti all’inizio dell’anno e poi non vengono mai modificati. Le garanzie vengono accettate senza discussioni e c’è anche una certa elasticità, a volte alcuni interventi passano anche se il periodo di copertura è scaduto. A loro favore vedo che c’è anche elasticità con i piccoli concessionari, secondo me è sbagliato togliere il marchio se uno vende poco, perché è sempre meglio avere uno che ti vende due mezzi all’anno e parla bene di te anziché ne venda due di un’altra marca e parli male di te. Perché la forza di un concessionario non è tanto la marca che vende ma il parco clienti, se sono trattati bene, con onestà, tornano a comprare. Noi, per esempio, che siamo sulla piazza dal ’49, oggi vendiamo al nipote del nonno che allora venne qua a comprarlo da mio padre, stiamo servendo la terza generazione. La Kymco questo l’ha recepito e non toglie le concessioni”.

Adesso Kymco va molto bene ma all’inizio, negli anni ’90, era un marchio ancora poco conosciuto, come sono andate le cose?

Sì, i primi veicoli non avevano una linea europea ma andavo bene, perché era un periodo che si vendeva un po’ di tutto e in più aveva il vantaggio di un’ottima qualità. Oggi vediamo ancora circolare dei veicoli dell’epoca”.

Poi c’è stato il vantaggio che dietro c’è la Padana Ricambi, con l’esperienza nella distribuzione.

Quello è il segreto, anzi, prima di tutto i ricambi, in particolare se si importa una marca straniera. Se non si ha la possibilità di avere i ricambi in due giorni è inutile avere lo scooter più bello del mondo, la gente diffida della cosa. Ma quando ci sono i ricambi, l’assistenza, la qualità, c’è tutto. Quest’anno a Bologna io e i miei colleghi che vendiamo la Kymco siamo al top della classifica di vendite degli scooter”.

A proposito, com’è andato quest’anno?

Considerando il Covid, i giorni che siamo stati chiusi, sono soddisfatto, ho gli stessi numeri dell’anno scorso. E per il prossimo anno faremo di più, sono ottimista. Il problema del mercato delle due ruote non è il Covid ma il calo che c’è stato dal 2011, da allora le vendite si sono dimezzate. In quel periodo, ai tempi della rottamazione, eravamo arrivati a vendere 1.200 mezzi in un anno, oggi il mercato è molto più ristretto, prima se ne vendevano fin troppi, oggi troppo pochi. Poi per noi c’è anche la difficoltà del guadagno e dei costi. Una volta mi bastava vendere uno scooter per pagare il meccanico mentre oggi, che si vende meno, la concorrenza è più forte, i margini sono scesi, ci sono gli sconti e sono anche aumentate le tasse, il meccanico mi costa molti più scooter, se vogliamo misurarlo così. Noi però ci siamo, qua in zona invece molti hanno chiuso, e secondo me il Covid c’entra poco, chi era in crisi avrebbe chiuso comunque”.

“Il problema del mercato delle due ruote non è il Covid ma il calo che c’è stato dal 2011.”

Meno vendite ma molti scooter in città, il parco sta invecchiando…

Il parco circolante obsoleto è un problema. È vero che in questi anni la tecnologia è cambiata ma è anche vero che uno scooter di dieci anni fa va più o meno come quello di oggi, per quello che si deve fare in città. E chi lo usa non ha la sensibilità dell’inquinamento, perché non è mai colpa sua, è sempre l’altro che inquina. Qui dovrebbe intervenire lo Stato con la rottamazione, ma non lo fa, a parte per l’elettrico, che però è ancora indietro nelle vendite. E così mentre prima lo scooter si cambiava spesso, oggi la maggior parte è vecchia, quando vengono in concessionaria a comprare un nuovo modello spesso l’usato che rendono è da rottamare, le spese di ripristino sono superiori di quelle di realizzo. Una volta mi scandalizzavo quando si vendeva uno scooter vecchio di dieci anni, mi sembrava un mezzo d’epoca, oggi uno scooter vecchio di dieci anni è fresco”.

“Chi lo usa non ha la sensibilità dell’inquinamento, perché non è mai colpa sua, è sempre l’altro che inquina. Qui dovrebbe intervenire lo Stato con la rottamazione.”

Siete contenti che tornino le moto in concessionaria?

Sì, come ho detto le avevamo abbandonate da tempo, sono contento di riprendere anche se è comunque un impegno, per impostare Kymco sulla piazza di Bologna ci abbiamo messo degli anni. Ora ne abbiamo vendute poche, sono arrivate adesso e poi c’è il problema del virus, ma le Voge sono moto di qualità, mi fido dell’importatore, ha fatto di sicuro un’ottima scelta”.

Aldo Ballerini